E’ un «distretto virtuale» che punta a farsi conoscere, a crescere, ad offrire un ventaglio ampio e qualificato di servizi alle grandi produzioni nazionali e internazionali. E in poche settimane è già passato dalle diciassette aziende «fondatrici» con un fatturato di 2 milioni di euro l’anno a ventitré imprese, quasi la metà di quelle esistenti in regione. È il Toscana Film Network, realtà appena nata e formata da aziende piccole e medie del settore cinema e audiovisivo, guidate da giovani, che coprono tutta la regione e che vanno dalla produzione, alla distribuzione, alla post produzione, agli effetti speciali, e che si sono associate con Toscana Film Commission, l’organismo della Regione per supportare il settore presieduto da Stefania Ippoliti.
Articolo del Corriere della Sera (Firenze) qui
Articolo del Sole 24 Ore (Toscana):
Il settore audiovisivo vuole il suo distretto
di Eva Nuti
Si chiama Toscana Film Network ed è la rete di imprese del settore audiovisivo della regione. Per adesso ne fanno parte 17 aziende, ma il numero è destinato a crescere. «L’obiettivo – spiega Stefano Mutolo di Berta Film, società di distribuzione internazionale di film e documentari e portavoce del network – è di coinvolgere tutta la filiera: produzione, service, post-produzione e distribuzione per creare un “distretto diffuso”, in cui si mettono insieme le professionalità presenti sul territorio che, completandosi a vicenda, possono offrire un “global service” in grado di competere sul mercato italiano ed estero».
La spinta alla creazione del network è nata dalla necessità di essere più competitivi su un mercato che cambia molto rapidamente. «Negli ultimi tre anni – spiega Mutolo – la situazione sta migliorando, ma in passato il settore dell’audiovisivo ha risentito anch’esso della forte crisi. Per questo c’è bisogno di trovare nuovi strumenti e modelli organizzativi». Il network è formato da piccole aziende di circa 5-6 dipendenti stabili il cui fatturato complessivo supera, ma non di molto, i due milioni di curo. A livello occupazionale si possono raggiungere però numeri ben più importanti, se si pensa che, a seconda delle produzioni, un set può contare fino a 200 persone. Quanto potrà crescere il network? Le realtà professionalmente accreditate sul territorio toscano sono moltissime, la Toscana film commission (Tfc), l’organismo della Fondazione spettacolo della Regione Toscana che funge da supporto alle produzioni audiovisive, ne ha censite circa una cinquantina, tutte possibilmente interessate a entrare nella rete di imprese, senza contare altrettanti soggetti che a vario titolo operano nel settore. Tra i primi a guardare con attenzione al network è stata proprio la Toscana film commission: «Noi la troviamo un’idea formidabile e innovativa a livello nazionale – spiega il direttore di Tfc e presidente di Italian film commission Stefania Ippoliti – e pensiamo che saranno nostri alleati preziosi. Le produzioni estere non mancano, la nostra bellissima regione offre scenari mozzafiato e ci sono incentivi fiscali. Come Film commission dobbiamo portare lavoro sul territorio, ma affinché questo avvenga bisogna fornire un ambiente favorevole, essere cioè in grado di offrire praticamente tutto, dalla manodopera specializzata a tutti quei servizi necessari a queste grandi imprese di produzione che vengono a girare in Toscana. Il network ha le carte per soddisfare questa domanda».
Che la Toscana sia una meta attraente lo dicono i numeri: i dati in mano a Tfc parlano, per il 2015, di 115 produzioni, tra cui 15 lungometraggi, 29 tra documentari e cortometraggi e 62 format tv, oltre a shooting fotografici, con una ricaduta economica sul territorio che sfiora, per 736 giornate di riprese, i 9 milioni di curo. Sempre per l’anno passato si possono contare 3.654 tra attori e comparse, 529 maestranze e personale tecnico. Le aziende coinvolte sono state circa 380 tra cui società di produzione, service, noleggio materiale audio e video, agenzie di casting, post-produzione e studi di montaggio. E i numeri sono in crescita: un incremento del 10% delle produzioni rispetto al 2014. «I primi dati del 2016 fanno ben sperare in un aumento costante, – precisa Raffaella Conti di Tfc – senza contare che questi dati tengono conto esclusivamente delle produzioni cui abbiamo fornito assistenza ed esclude quelle che hanno operato sul territorio in totale autonomia o che si sono rivolte a noi solo per una generica consulenza».
Ma qual è la strada da percorrere per crescere ancora? «Bisogna smettere di considerare il cinema e l’audiovisivo in generale come qualcosa che riguarda solo la cultura, perché si tratta di un vero e proprio settore produttivo – affermano Ivano Fucci e Michele Saragoni della Odu Movies di Lucca – e il dialogo che abbiamo avviato con la Regione è proprio in questo senso, coinvolgendo l’assessorato alla cultura e quello allo sviluppo economico». Odu Movies è una piccola realtà che ha però saputo agganciare il filone dei Bollywood Movies arrivando a lavorare con importanti produzioni indiane ma anche cinesi. «Nonostante l’assenza di un investimento pubblico specifico e continuo per l’audiovisivo, le imprese del settore – proseguono Fucci e Saragoni – hanno dimostrato di raggiungere ottimi risultati». Grazie al lavoro svolto da Toscana film commission sono in arrivo novità importanti spiega Stefania Ippoliti: «Abbiamo avuto risposte estremamente positive sia dalla Regione, sia dal mondo imprenditoriale. Oltre ai bandi europei sullo sviluppo economico, promozione e marketing territoriale e incentivi alla realizzazione di reti di impresa, dal 2017 avremo fondi e bandi regionali (proprio come avviene in Puglia e in Piemonte) almeno per i prossimi tre anni, e risorse specifiche per la formazione professionale». Un aspetto importante secondo Ippoliti è legato al mondo imprenditoriale: «La realtà che ha risposto in maniera più vivace è senza dubbio quella pratese.
Stiamo lavorando con l’assessore Toccafondi per aprire tavoli con Confindustria e altre associazioni datoriali. In generale ci stiamo muovendo per aprire agli investimenti privati, non solo toscani. Il prossimo obiettivo è quello di costituire una finanziaria che possa investire nell’audiovisivo, sull’esempio della Fip in Piemonte che sta dando ottimi risultati: un fondo di rotazione che sommato alle risorse pubbliche potrebbe davvero essere una leva formidabile. Abbiamo dei veri talenti qui in Toscana, penso a Roan Johnson adesso in concorso al Festival di Venezia, Duccio Chiarini e anche a Nespeca e Bachini come produttori, la lista dei talenti è lunga e noi – conclude Ippoliti – non dobbiamo lasciarceli scappare».